sabato 26 luglio 2008

Il SOL DELL' AVVENIR

Compagni, avanti, il gran Partito
noi siamo dei lavorator!

venerdì 11 luglio 2008

QUAESTIO CARFANICA


Tutti a strillare. Scandalo, spazzatura, provocazione, eversione, antipolitica, demagogia, linguaggio postribolare. E giù bastonate sulla Sabina Guzzanti che ha osato tirare qualche sassata sui genitali vizzi e riluttanti di un re sempre più oscenamente nudo. L' Italia perbene s'è desta. I servi di regime sono accorsi in massa a svuotare gli orinali del padrone e hanno duramente stigmatizzato. Come se le parole della Guzzanti, di Travaglio, di Grillo - poveri desolati e desolanti clown di suburra - fossero calate come acido muriatico sulle loro sensibili epidermidi. C' è poco, nulla veramente, da commentare e anche nulla da capire là dove aveva già capito tutto Marco Valerio Marziale:

Mentula cum doleat puero, tibi, Naevole, culus,
non sum divinus, sed scio quid facias.

sabato 5 luglio 2008

CALIGOLINO

Sono tanti i modi per passare alla storia. Si può fare come Caligola e nominare senatore un cavallo.
Oppure si può fare come il piccolo cesare di Arcore e far ministri un po' di somari e qualche vacca.

giovedì 26 giugno 2008

Patriottismo indignato

"Oh no, not again. Silvio Berlusconi has been in power in Italy for almost 50 days. Watching his new government in action is a bit like sitting down to view a bad old movie again. When the Forza Italia leader last ruled Italy from 2001 to 2006, he spent too much time legislating to protect himself from prosecution and too little reforming Italy’s sluggish economy. It is too early to make firm judgments, of course. But Mr Berlusconi’s latest essay in government already has the makings of another horror show". (Financial Times - 25 giugno 2008)


Ma come si permettono questi inglesi, petulanti e spocchiosi, di insultare il nostro Presidente del Consiglio, di accusarlo di perseguire poco chiari e probabilmente criminosi interessi personali? Che cosa mai li autorizza a dire che osservando l' Italia sembra di assistere a un vecchio orrendo film, addirittura a un horror show di serie B?
Ma la fine dell' Inghilterra non era cominciata da Giarabub? Mario Appelius, nobile speaker del regime fascista, non aveva già abbastanza maledetto la perfida Albione?
Evidentemente, tutto ciò non è bastato. Una volta di più, bisogna fargliela pagare a questi demoplutocrati con le pezze al culo. Dichiariamo guerra all' Inghilterra, mandiamo le camicie verdi di Bossi a occupare Londra. Spediamo nei campi di concentramento, e a calci nel sedere, governo, giornalisti, intellettuali opinionisti e tutta l' ignobile inglesaglia che ha osato insultare il nostro Presidente del Consiglio. Poi mandiamo Borghezio, Calderoli, Buonaiuti, Bondi, la Signora Veronica e la Carfagna a spiegare al popolo inglese che cosa è una democrazia.

mercoledì 25 giugno 2008

IL MONATTO

Ormai lo trattano - stampa, Tv, alleati, avversari politici e casalinghe di Voghera - come un poveraccio, un barbone sedutosi surrettiziamente al tavolo di quelli che contano, uno sfigato attivo e passivo: nel senso che oltre ad avercela addosso come patrimonio genetico, la sfiga lui la trasmette anche a tutti quelli che gli vanno vicino. La sua figura mediatica perde, se pur li ha mai avuti, i connotati del leader, per assumere sempre di più quelli di un tristo monatto: il quale, per le strade del centro sinistra, va scuotendo il suo campanaccio in modo che, fattosi il vuoto intorno, lui possa raccogliere i cadaveri disseminati ovunque, e in avanzato stato di decomposizione. Ci sono i cadaveri dei valori umanistici (tolleranza, stile di vita, culto del bello, individualismo aperto, società meritocratica, ambiente a misura d'uomo). Ci sono i cadaveri dei grandi valori dell' illuminismo (liberté, egalité, fratenité) accatastati sopra la carcassa di Emmanuele Kant. C' è il cadavere, forse quello più sfigurato, del socialismo che nessuno ormai osa più nominare e che tutti negano di aver mai frequentato da vivo: lotta di classe, giustizia sociale, ridistribuzione della ricchezza: ferrivecchi ormai in soffitta dal tempo che fu. In questo panorama pestilenziale dove il laido Don Rodrigo impone le sue leggi, dissangua il popolo, approfitta dei deboli e degli sprovveduti, si circonda di signorotti volgari, avidi, prepotenti, e si conserva tutti i suoi privilegi di casta con la collaborazione di scherani e azzeccagarbugli prezzolati - che sono moralmente uguali se non peggiori di lui - si aggira il povero Walter Veltroni, patetico raccattatore di progetti e speranze morti, velleitario promotore di un partito nato morto. Come un' ombra.

venerdì 20 giugno 2008

EUROPEI 2008: AVANTI, O POPOLO



E dopo Franza,


Spagna.


Purché se magna.



martedì 17 giugno 2008

La disfida

Nel 1940 l'esercito straccione dell' Italia ducesca assaliva la Francia, già fatta a pezzi dalle armate naziste. Per potersi sedere al tavolo delle trattative col vincitore del momento, il simpatico Adolf Hitler, e rivendicare qualche briciola o qualche mancia o qualche avanzo di bottino, un colpo bisognava pur tirarlo; e se il colpo era una maramaldesca pugnalata alle spalle di un agonizzante, meglio così: che importanza poteva avere il senso dell'onore per un Italia governata da un freak incoronato proveniente da una famiglia di parassiti oppotunisti e da un maestro elementare di Predappio in smanie e deliri di cesarismo da bordello? Nessuna, come sempre.
Come andrà a finire questa sera, quando gli eserciti di Italia e Francia si scontreranno sul tappeto della già abbondantemente sanguinolenta guerra calcistica europea?
Riusciranno i nostri eroi a pugnalare mortalmente una Francia già devastata dall' urto delle ferocissime armate di Guglielmo d' Orange? O sarà invece la Francia a riscattare il grido di sconfitta, esalato sulla memoria di Francesco I, a conclusione del precedente scontro (mondiali 2006): tutto è perduto anche il rigore?
Non si sa.
Il nostro esercito pedatorio, reduce anche lui da una catastrofica débâcle, non è messo meglio del nemico. I suoi eroi sono stanchi, demotivati, sfilacciati, svigoriti,in stato confusionale sia nei muscoli sia nei pochi neuroni ancora viventi che possiedono.
Il ringhio di Gattuso è diventato un belato caricaturale. Le bestemmie di Panucci sono ormai freccette di panna montata. Il serial killer Materazzi si è covertito alla non violenza grazie all'intercessione di Zidane. Pirlo si accinge a farsi cambiare il cognome al femminile. Buffon è stufo di far la guardia ai dieci bidoni di rifiuti tossici che ha davanti a sè. Del Piero soffre visibilmente di prostata. Toni ha la stazza atletica di un termovalorizzatore e la velocità di un bradipo ottuagenario. Camoranesi ha la faccia di uno che è in perpetua crisi di astinenza da ecstasy o da idee. Zambrotta corre dappertutto ma è sempre in ritardo come una tradotta delle ferrovie dello stato. Sulla faccia di Cassano sta stampato il verso immortale: m'illumino di melenso.
Questa sera vedremo sul campo se i nostri eroi riusciranno a fare in modo che la tragedia - vergognosa e reale- del 1940 si replichi come farsa - grottesca e simbolica.
Forza Paisà.

sabato 14 giugno 2008

Forza Italia che è quasi fatta


Riusciranno gli azzurri eroi eroi della patria pedata a rimanere dentro l' Europa?
Se ne dubita.
La squadra appare sfilacciata, priva di idee, di grinta e di vigore atletico.
Scherzata dagli olandesi, graziata in extremis da una Romania che palesemente meritava di vincere, arranca verso un destino segnato: che è quello di venire estromessa a pedate, tanto metaforiche quanto fisiologiche, dal contesto europeo. Poi ci consoleremo nel piagnisteo, accusando proprio il destino di essere cinico e baro, stigmatizzeremo la cornutaggine degli arbitri, cercheremo e troveremo capri espiatori proprio tra gli unici meritevoli, come il povero Donadoni, dignitoso comandante di un manipolo di soldati mollacchioni e arroganti, imbelli e vittimisti, miliardari e miserabili. Lamenteremo l'immeritato e maligno offuscamento dello Stellone.
Si può capire.
Se non vale mai la pena di morire per il re di Prussia, che senso ha sacrificarsi per l'imperatore di Arcore, i proconsoli del Carroccione, gli epigoni del ducismo, i grandi fratelli della P2? Quale onore c'è nel combattere per il regno dell' immondizia, i granducati delle Camorre, i governatorati del razzismo, i capibastone della finanza e dell'economia?
Questa è l' Italia che i nostri pedatori stanno simbolicamente rappresentando sul palcoscenico europeo.
E' per questo che io, a questa Italia, auguro di perdere.

giovedì 12 giugno 2008

Voglia di pizza - Clic

In uno slancio creativo, i finlandesi hanno inventato la Pizza alla Berlusconi e hanno vinto il primo premio a un concorso gastronomico internazionale. Niente di cui meravigliarsi.
La pizza Berlusconi è buonissima.
I cittadini della nobile penisola di Curlandia lo sanno e lo apprezzano: di pizza Berlusconi sono ghiottissimi. La sua entusiastica delibazione data ormai da oltre un decennio.
La concorrenza è allo sbando. La mozzarella Veltroni non la vuole più nessuno. L'aceto D'Alema non sa più di niente. Il boccon del prete alla Casini fa schifo ormai a tutti. La maionese di Bertinotti è rancida.
Resta, per fortuna e gioia dei sensibili palati dei gourmet italo-padani, la pizza Berlusconi. E loro - nobile popolo da pizzeria- continueranno a mangiarne a tonnellate senza sentirsi mai sazi, mai nauseati.

martedì 10 giugno 2008

WE HAVE A DREAM - CLIC

Il rischio di esserne privati è grande. E noi, diligenti voyeur dietro le quinte del potere che amiamo, senza intercettazioni come faremo?

Non che noi, popolo eletto della libertà calderoliana, della fratellanza formigonica, della munificenza berlusconiana e dell’ ombrosità veltronesca, ci si voglia agitare e magari opporre alle scalate bancarie, alle tangenti, alle concussioni, ai furbetti dei quartierini e dei quartieroni, alle estorsioni, alle raccomandazioni dei puttanieri, ai ricatti delle puttane, alle compravendite senatorie, alle sentenze dei tribunali e quant’altro.
Tutto ciò, cioè la nostra nobile dialettica politica, l’abbiamo accettato con entusiasmo, l’abbiamo incoraggiato, l’abbiamo civilmente sostenuto, lo viviamo con la certezza che proprio lo stile di questa politica ci darà un futuro; renderà sempre più magnifiche e progressive le nostre sorti. L’abbiamo consapevolmente e civilmente dimostrato con il nostro ponderatissimo voto del 13 aprile scorso.
Noi, però – ribadiamo: noi popolo dell’italica democrazia - non possiamo essere privati del diritto di guardare dal buco della serratura i nostri leader, accompagnarli con il nostro sguardo affettuoso e con il nostro silenzio affettuosamente complice, nelle loro avventure di camera (da letto) e di camera (dei deputati).
Noi chiediamo quindi di non limitare, e tanto meno di abolire, le intercettazioni telefoniche. Anzi chiediamo, in nome della libertà e della democrazia, di estenderne la pratica. Perché
noi dobbiamo e vogliamo, con questo nostro impegno di voyeur della società civile, imparare; e poi, una volta assimilata l’ arte, metterla in pratica. Il nostro sogno, lo sappiamo ormai bene, è solo quello di essere come loro.