venerdì 12 ottobre 2007

La casta e Susanna


Ma cosa vuol dire questo manifesto dove l' onorevole Daniela Santanché - occhio luciferino alla La Russa, narice sensitiva alla Barbara Stanwick, labbro lucidato al botulino alla Berlusconi tendenza Veronica , occhiaie e rughe stirate in photoshop alla Berlusconi tendenza Silvio - parla di casta? Forse è una velata allusione a se stessa come alla casta Susanna? Per dire che la politica italiana non è fatta, come si auspicherebbe, solo di caste susanne come lei, ma anche, e piuttosto, da decrepiti vecchioni pervicacemente attaccati al potere come le zecche si attaccano al cane senza mai staccarsene per succhiargli il sangue finché non muore (il cane, of course)?
Napolitano, Cossiga, Andreotti, Bertinotti, Marini, Berlusconi, Prodi sono tutti tutti settuagenari, ottuagenari, quasi nonagenari. Sono loro i vecchioni che ingombrano il ragnateloso scenario politico nazionale e tolgono spazio alle caste susanne e in particolare a una fresca e virginale
ragazza come Daniela Santanché?
In questo caso occorrebbe una sollevazione popolare che scacciasse finalmente i protervi vecchioni dal palazzo e portasse la santa virtù della Santanché a sedersi sulla poltrona di capo del governo.
Ma forse il significato è un altro.
L'onorevole Santanché, che è sicuramente una esperta della questione, voleva dirci che la politica non solo non è casta, ma è spesso troia.
Beh, onorevole Santanché, per dirci questo, non c'era bisogno che si scomodasse e spendesse tuti quei soldi in manifesti.
Questo lo sapevamo già tutti.

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