Diceva un pensatore ormai relegato nei più oscuri meandri dell' oblio che "il vero è ciò che accade". Quindi non dovrebbe essere difficile scorgere nei fatti, solo nei fatti, il loro contenuto di verità. Accade che quattro miserabili vigliacchi uccidono un passante a calci e pugni: è un omicidio abbietto. Accade che l'Italia si impoverisce: è un disatro politico economico. Accade che la trattativa Alitalia si arena nelle paludi della chiacchiera: è incapacità politico-imprenditoriale. Accade che i rifiuti dilagano a Napoli e dintorni: è irresponsabilità gestionale, corruzione amministrativa, clientelismo della putrefazione. Accade che la Cina reprime nel sangue le manifestazioni indipendentiste tibetane: è imperialismo violento e genocida. Accade che alcuni sgangherati manipoli di analfabeti brucino le bandiere di Israele: è intolleranza, violenza, idiozia, bullismo social trendy, cecità culturale. E così seguitando. Tuttavia l'assunto che coniuga il vero con l'accadere non appare più utile per raggiungere la conoscenza e dunque il giudizio. La cosa sta in termini diversi. I fatti accadono solamente perché gli imbecilli possano commentarli, manipolarli, ridurli a interpretazioni puerilmente ideologiche, forzarli come messaggi di propaganda pro o contro qualcuno.
E' la prevalenza del fattore G, dove G potrebbe, ad esempio, stare per Gasparri. Presente in due o tre talk show a sera - spesso in simultanea - l'ineffabile Gasparri, da la voz aceitonada, si getta sui fatti come gli avvoltoi si avventano sulle carcasse: li spolpa, li tritura, li macina nel mortaio della sua subcultura stereotipata e fasulla e, bontà sua, ne rivomita in faccia al pubblico qualche lacerto vischioso, confusionario, ambiguo, quasi surreale. Il vero - ciò che è accaduto - non conta più. Quello che conta è la besciamella commentizia che si andrà a stendere su una audience deprivata di vere informazioni e di strumenti critici. E' il trionfo del fattore G: non dire nulla, ma sollevare tanta polvere e con questa offuscare la vista e la volontà di tutti coloro, ormai sparute minoranze, che potenzialmente potrebbere riuscire a vedere il vero in ciò che accade.
E' il fattore G, bellezza.
Quel fenomeno socio-culturale che Fruttero e Lucentini già a metà degli anni '70 hanno mirabilmente definito come la prevalenza del cretino.
Fate una controprova. Fate un po' di zapping televisivo nelle varie trasmissioni così dette di approfondimento - Ballarò, Porta a Porta, Matrix - non troverete nè ciò che accade nè tantomeno il vero. Ci troverete Gasparri e i suoi imbomimenti da luna park. Oppure ci troverete Schifani (ex riporto) o Gianfranco Fini (neobabbo) o Barbara Pollastrini (semplice ma elegante) o Giovanna Melandri(ex ministro del nulla) o Stefania Prestigiacomo (il rosa che avanza), o Sandro Bondi (il più grande poeta vivente) o Fabrizio Cicchitto (già socialista e oggi salivista d'assalto alla bava bianca) o Maurizio Belpietro o Paolo Mieli (un endorsement non si nega a nessuno, soprattutto se ha vinto le elezioni). Ma i nomi e le persone contano relativamente poco. Sempre, tra una pubblicità e l'altra, di fattore G si tratta.
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