lunedì 12 maggio 2008

IL MARTIRE


Marco Travaglio è stato incauto. Nel ricordare le frequestazioni affaristico-mafiose dell'attuale presidente del Senato Renato Schifani, ha scatenato un vero e proprio arrembaggio alla Rai: alla delegittimazione di tutti i dirigenti, i funzionari, i conduttori, i giornalisti non allineati o semplicemente non compiacenti con i vincitori delle elezioni. Si è scatenata quella che con un termine giornalistico ipertrofico e logoro si suole chiamare bufera. Contro Travaglio, che ha semplicemente ricordato dei fatti, si sono scagliati tutti i capibastone del popolo delle libertà - il che è comprensibile visti i loro interessi nella Rai - ma anche i leader dell'opposizione guidati da quella Giovanna d'Arco della libertà dell'informazione che è Anna Finocchiaro, il che è altrettato comprensibile visto che quella che si profila è una opposizione di concertazione e spartizione. Schifani è diventato il martire, la vittima di un'imboscata vigliacca, un galantuomo calunniato, un virtuoso vilipeso. La sortita di Travaglio renderà così superfluo ogni editto bulgaro. L'epurazione della Rai avverrà questa volta in modo indolore e silente e apparirà, non come una operazione di colonizzazione del territorio e di pulizia etnica da parte dei centurioni berlusconici, ma come una giusta punizione per reprobi, i maligni,i calunniatori, i mascalzoni. Persino Fabio Fazio - il ligio e pio chierichetto della trasmissione incriminata - ha rivolto le sue scuse a Schifani: con l'aria contrita di un maldestro sacrestano che ha lasciato entrare un cane in Chiesa. Berlusconi questa volta non ha avuto alcun bisogno di esternare o di chiedere alcunché. I suoi hanno imparato bene la lezione e vigilano per lui, scortati sostenuti incoraggiati protetti dagli scherani e dai sicofanti del governo ombra de Varter Vertroni. E' così. In un paese civile a un giornalista come Travaglio darebbero da dirigere un quotidiano o un telegiornale. Qui è già tanto se non gli faranno degustare, incoraggiandolo con più o meno metaforiche manganellate, qualche pinta di olio di ricino.

Nessun commento: