venerdì 24 agosto 2007

Geni d'Italia


Io sono convinto che tutti i guai d' Italia dipendano dal fatto che la cosa pubblica è nelle mani di uomini eccessivamente geniali. Geni di lotta e di governo, geni di opposizione e di coalizione, geni stanziali e geni transumanti. Ma sempre, geni. Italici, inimitabili, geni.
Basta guardare le facce.
Romano Prodi: genio della leadership e dell'eloquenza.
Giuliano Amato: genio della racchetta da tennis.
Silvio Berlusconi: genio del ciondolo e della bandana.
Pierferdinando Casini: genio della famiglia.
Gianfranco Fini: genio del libro e del moschetto.
Massimo D'Alema: genio della crociera e del risotto.
Piero Fassino: genio della telefonia.
Clemente Mastella: genio ceppalonico.
Antonio Di Pietro: genio della consecutio.
Francesco Rutelli: genio palombellico.
Arturo Parisi: genio del fuoco.
Giovanna Melandri: genio della cultura e della danza briatoresca.
Eccetera...

Di legislatura in legislatura, di governo in governo, di disastro in disatro, di degrado in degrado, il gregge - alloppiato e giulivo - segue i suoi geniali condottieri come i topi seguirono il pifferaio che li avrebbe condotti ad annegare.
Ma allora basta coi geni che portano alla rovina.
Qui bisogna, con urgenza, affidarsi a un fesso.
"Ah Warter, ahò, facce sognà!"

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