lunedì 18 giugno 2007

Renzo Tramaglino, chi sarà costui?


Magari è un po’ scontato, ma associare le teste pensanti del nascituro Partito Democratico (sic, dopo correzione di morituro, che mi era scappato con tutta l’impellenza del lapsus freudiano) ai capponi con le teste spenzolate di Renzo Tramaglino mi è venuto spontaneo.
E in effetti dei capponi questi leader hanno molto, a cominciare dalla mancanza, ovviamente metaforica, degli attributi - sì proprio quelli che Bartolomeo Colleoni aveva invece in eccesso - per finire con il destino che li attende: la pentola del Supremo Azzeccagarbugli della Repubblica legaiolo-televisiva.
E quanto al beccarsi, poi… C’è chi becca di più come D’Alema e chi becca di meno come Fassino, chi di beccate ne prende di più come Fassino e chi si protegge meglio come D’Alema; c’ è chi becca giuaculando come Rutelli e chi becca a tradimento come qualche pennuto della sinistra estrema; c’è persino chi becca furiosamente se stesso avendo ormai perduto ogni percezione della realtà come certi intellettuali con la puzza al naso.
L’unica domanda che resta da farsi è su chi sia il Renzo Tramaglino della situazione. Chi afferrerà per le zampe questo grappolo di capponi impotenti e bellicosi e li condurrà all’appuntamento con il loro tristissimo destino?
Io non ho dubbi. Sarà Walter Veltroni. Dopo che un comitato di saggi da barzelletta, una costituente da repubblica banana, magari delle primarie taroccate, a candidato unico, come fu per Prodi, lo avranno designato leader del nuovo Partito Democratico, sarà lui che, asciugate le lacrime d'investitura (d'obbligo da Occhetto in poi) e afferrati con le sue manine malcerte i riottosi e rissosi pennuti per le zampe, li condurrà al macello delle prossime elezioni.

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