La sedicente kermesse sportiva prevista a Milano nei giorni 2 e 3 giugno ha tutto il sapore di una esibizione tamarreggiante di provincialismi, insensatezze, subdole lusinghe commerciali, velleitarismi deliranti, stupidaggini gratuite, valanghe di stucchevole kitsch, rumoracci infami.
Date un’occhiata al programma, quello sedicente sportivo creato per l’occasione, e poi scegliete se mettervi a sghignazzare, a piangere, o se lasciarvi assalire dallo sconforto e magari dalla collera.
Ce n’è per tutti i (cattivi) gusti.
A cominciare dal logo Guardatelo nel suo ipergrafismo sconclusionato. Tentate di leggerlo e ne caverete uno stolido e incerto balbettio. Poi provate a interpretarlo. E qui forse vi conviene chiamare Umberto Eco, o qualche altro navigato semiologo, perché è molto probabile che da soli non ce la facciate.
Nel logo sono confluiti il verbo inglese to move, la sigla di Milano “MI”, che leggendosi per l’appunto “mi” è riconducibile anche all’inglese “me”; forse (temo involontariamente) anche un po’ di dialetto meneghino (moeves), un ridondante affastellamento di segni di interpunzione, e un po’ di colori scelti da un daltonico, infine una base line esplicativa, bontà loro.
Il tutto si dovrebbe leggere muv-mi e cioè muovimi-muovi Milano, I suppose. Azz… Evidentemente per i comunicatori e i persuasori palesi e occulti del comune di Milano la linea più breve tra due punti è la spirale.
Milano, dunque, dal Parco Lambro a Piazza Santo Stefano, ai Navigli e ai suoi solitamente negletti hinterland, si preparava a dare il via a questa fiera dell’inanità, quando, da un cielo tetro come un sudario, su palchi, palchetti, banchetti, bancarelle, moquette, padiglioncini gommosi, autodromi improvvisati nei parchi, sentieri ippici sui pavé, ecc. si è riversata una pioggia torrenziale, insistente e sbeffeggiante.
La pioggia, benedetta la pioggia. Quella buona, provvidenziale pioggia, che ha liberato Milano dalla pestilenza del 1630, speriamo che oggi ci liberi anche dall’appestamento estetico e acustico di questa idiozia del parentesiquadraMUduepuntiVparentesiquadraMi.
Purtoppo, ai primi albori della domenica, la pioggia smette, il cielo si rischiara, e le orde urbane e suburbane possono riversarsi nel baraccone e nel baraccume.
Domani, giornalisti che non hanno messo il naso fuori di casa, ma hanno letto e compulsato con scrupolosa e docile diligenza le veline del comune e dei suoi sponsor, potranno esaltare le centinaia di migliaia di persone che si sono divertite come pazzi, tutte grondanti riconoscenza per il sindaco e gli assessori , come la plebaglia della suburra era riconoscente a Nerone quando dispensava granaglie, gladiatori e pagliacci.
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